Resistenza

Scheda di ricerca sulla Resistenza

di Federico Movia, Federico Zimolo, Davide Bressan, Gabriele Pierro, Stefania Monorchio, Giulia Boscarol, Davide Cunial, Denis Ferrara, Davide Jhonny Spiga, Giulia Soravia, Piergiorgio Grundner, Lucrezia Bogaro, gruppo AGESCI Gradisca1, Clan la fenice, Treno della Memoria 2008.

La Resistenza

Triveneto (specificatamente Carso Isontino)

Tracce del movimento partigiano sul territorio e avvenimenti conseguenti alla sua presenza

Dopo l’armistizio avvenuto nel settembre 1943 l’Italia si ritrovò divisa tra l’avanzata degli alleati e il persistere delle truppe naziste.

Sono descritti i movimenti partigiani dalla sua nascita,composizione, diffusione

La Resistenza nasce intorno all’anno 1943 e in questo modo si vuole esprimere una lotta che si prefiggeva la liberazione dagli invasori, la sopravvivenza e nello stesso tempo una rifondazione dello stato. Infatti la resistenza non ci fu solo a livello militare, ma anche politico ed assunse all’interno della società dei forti caratteri ideologici.

Secondo diverse fonti il numero di partigiani, partendo dalle poche migliaia dell'autunno del 1943, raggiunse alla fine della guerra una consistenza di circa 300.000 uomini comprese le donne e tutti coloro che erano impegnati direttamente nella lotta armata. Il numero sicuramente diminuì in seguito al bando del febbraio del 1944 che prevedeva la pena di morte per i disertori e per coloro i quali avevano dato appoggio o aiuto alle brigate partigiane. Ad ogni modo dopo diversi casi di arruolamenti forzati da parte di soldati della RSI, molti giovani preferirono cercare rifugio tra le formazioni partigiane rispetto al partire per una guerra che non condividevano.

Alla lotta partigiana in Italia aderirono anche alcuni gruppi di disertori tedeschi,il cui numero è sconosciuto, infatti per motivi di immagine spesso si cambiavano i nomi. Oltre ai tedeschi vi fecero parte anche Sloveni che la definivano “guerra di liberazione nazionale” (NOB), i partigiani quindi formavano una sorta di esercito, organizzato e strutturato, disciplinato e, almeno in parte, politicizzato.
Secondo i calcoli il 40-50% dei partigiani apparteneva alle formazioni comuniste (Brigate Garibaldi), un altro 30% era legato al partito d'azione (Brigate di Giustizia e Libertà) ed il resto era diviso tra socialisti e cattolici.

La guerra partigiana fu lacerante, durissima, continuamente segnata da feroci rappresaglie contro i nazi-fascisti. Nella lotta di liberazione caddero oltre 30mila partigiani e 10mila civili inermi. 40mila persone vennero deportate nei campi di sterminio tedeschi, oltre ai 700mila militari italiani internati dopo l'8 settembre perché si rifiutarono di aderire alla Repubblica di Salò.


Il triveneto.

Nelle regioni venete, più di 34 mila uomini si mossero sotto le insegne dei corpi della libertà e più di 7 mila furono complessivamente i caduti di una lotta di Resistenza qui resa ancora più impervia dal fatto che le terre del litorale adriatico e le province di Trento, Bolzano e Belluno erano state direttamente annesse dagli invasori nazisti. Nonostante l'annessione, il movimento partigiano si sviluppò nel Bellunese, nel Vicentino, nella destra del Tagliamento, nel Friuli e la Venezia Giulia, sostenuto dai contadini e da giovani.

La popolazione del triveneto fu colpita profondamente da un lato dalle feroci rappresaglie e massacri, dall’altra dai rastrellamenti, anche con il sacrificio di interi paesi, come Forni di Sotto (Udine), incendiato dai nazisti. Nel Bellunese i nazisti, impegnati da forti unità partigiane fin dall'autunno del '43, rasero al suolo interi paesi e vennero torturate decine di patrioti e spesso persone solamente sospettate. Tra i molteplici massacri tristemente conosciuto è quello di Opicina, con 72 fucilati, i 43 trucidati dai militi fascisti a Villamarzana di Rovigo il 15 ottobre 1944. Poi le impiccagioni di massa dei partigiani come quella dei 51 di via Ghega a Trieste, e quella dei 31 impiccati agli alberi del viale di Bassano del Grappa avvenuta il 26 settembre 1944.

Anche nella zona del monfalconese nacque un importante movimento antifascista che aveva le proprie radici a Ronchi ed a poco a poco si diffuse a Staranzano, San Canzian; vi presero parte comunisti, socialisti, cattolici, sloveni, tutti uniti nella lotta clandestina al regime. Infatti in una conferenza regionale del P.C.I. viene organizzato il fronte popolare operaio e contadino: tutti, dall’uomo alla donna, dovevano contribuire per la libertà.

Per la realizzazione della ricerca sono stati utilizzate fonti scritte (in particolare il Sito web dell’ ANPI),e il contatto con il Centro Isontino di Ricerca e Documentazione Storica e Sociale “L. Gasparini” (sede a Gradisca d’Isonzo)

ALLEGATI

L’allegato n. 1 al presente è descritto una sintesi storica sui campi di concentramento in particolare di: Poggio Terza Armata, Visco e Gonars (vedi mappa).

Allegato n.2: Nell’allegato c’è una descrizione approfondita di alcune persone nominate nella nostra città ma di cui non si conosceva bene la loro storia: Hlede Paola, Leopoldo gasparini e Dino Zanuttin (vedi testimonianze).


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