Comunicato Stampa Casting Bisiacaria Antirazzista
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- Published on Friday, 12 September 2014 07:12
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Sabato pomeriggio 13 settembre a Monfalcone in via Sant'Ambrogio si terrà un casting fotografico pubblico per la selezione dei testimonial della campagna del progetto Bisiacaria Antirazzista.
Dalle 15 alle 18 verranno fotografati tutti coloro che lo desiderano e si presenteranno al luogo del casting: chiunque sia nato in un altro paese del mondo o in un'altra regione italiana, che vive a Monfalcone o in uno dei paesi vicini: in Bisiacaria. Verranno successivamente scelti quattro volti, accompagnati dallo slogan" Bisiaco nato a...", che rappresenteranno la varietà culturale delle nostre terre in una campagna stampa a diffusione locale.
Cartoline e manifesti con questi volti avranno l'obbiettivo di comunicare che le differenze arricchiscono le culture e di dire no al razzismo. Inoltre tutte le foto scattate verranno diffuse tramite il sito bisiacariantirazzista.blogspot.it e sui social media per continuare a dare voce a questo messaggio.
Il progetto Bisiacaria Antirazzista è gestito dall'associazione Tenda per la Pace e i Diritti in collaborazione con il Comune di Staranzano e l'associazione Benkadì ed è finanziato dalla Provincia di Gorizia all'interno del Piano Territoriale per l'Immigrazione.
L'idea nasce dalla convinzione che la maggior parte della popolazione riconosce e sostiene l'essenza plurima di crogiolo di culture che storicamente ha contraddistinto la Bisiacaria.
Il casting che si svolgerà sabato è inserito nel progetto di riqualificazione della zona centro e di Coesione Sociale del Comune di Monfalcone.
La campagna è solo una delle azioni di questo progetto che prevede laboratori scolastici, la diffusione della Carta di Lampedusa, una conferenza su cantiere navale e immigrazione e la proiezione gratuita di un documentario.
Il prossimo appuntamento sarà infatti il 23 settembre alle ore 20.30 al Kinemax di Monfalcone dove verrà proiettato "EU 013. L'ultima frontiera" unico docu-film girato all'interno dei centri italiani di detenzione per migranti alla presenza dell'autrice e giornalista Raffaella Cosentino.
Tenda per la Pace e i Diritti
Pagina FB: Tenda per la Pace e i Diritti - Peace and Human Rights Tent
Twitter: Human Rights Tent
Per tutti i morti di CIE
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- Published on Saturday, 06 September 2014 16:14
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Nella notte tra il 12 e il 13 agosto del 2013, Abdelmajid El Kodra cade dal tetto del CIE di Gradisca.
Da poche settimane si trova al CIE di Gradisca. Un mostro fatto di mura, sbarre, reti che oscurano il cielo, una burocrazia impietosa che ingabbia persone “colpevoli” di essere senza documenti, “irregolari” in lista d’attesa per l’espulsione, o semplicemente per un foglio di via che arriva spesso dopo mesi di detenzione.
Come molti suoi compagni di detenzione, la notte tra l’8 e il 9 agosto Majid voleva festeggiare l’Eid, la fine del Ramadan. Una festa religiosa importantissima per i musulmani. I detenuti chiedono di poter passare la notte fuori dalle proprie stanze, nelle “vasche” (vere e proprie gabbie coperte da vetri in plexiglass e sbarre di ferro), per poter stare all’aria aperta in una ricorrenza cosi importante.
Ad un certo punto, “qualcuno” decide che la festa deve finire. Parte una protesta, e immediatamente arriva la risposta delle forze dell’ordine che presidiano il centro giorno e notte. Arrivano le botte, ma non bastano per “domare” una sessantina di persone disarmate: arrivano anche i lacrimogeni. La storia si ripete due giorni dopo, stesso copione, stesso dispiego di forze armate sui detenuti che riescono a salire sul tetto del centro per poter sfuggire all’inferno.
Da questo inferno Majid tentava di scappare. La caduta dal tetto gli provoca ferite gravissime alla testa, inspiegabilmente il medico di turno (che si trova al CARA) non viene chiamato: l’ambulanza arriva venti minuti dopo, e almeno quaranta ne impiega per arrivare all’ospedale di Cattinara, a Trieste.
Majid è morto il 30 aprile 2014, dopo mesi di coma, trattato dalle autorità come un “caso riservato”, cosa che ha inizialmente impedito persino ai suoi parenti di vederlo. Nessuno dal suo paese natale, il Marocco, ha potuto fargli visita. La burocrazia della Fortezza Europa non ha pietà di nessuno.
Il 20 agosto 2014 ci siamo ritrovati davanti al muro di un CIE per ora chiuso, per ricordare.
Ricordare Majid, ma anche tutte le persone morte di CIE in questi anni di leggi nemiche dell’essere umano, anni di abusi perpetrati nell’impunità totale in quelle “zone franche del diritto” disseminate sul territorio italiano che sono i Centri di Identificazione ed Espulsione.
CIE di Gradisca, Agosto 2013: noi non dimentichiamo
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- Published on Friday, 08 August 2014 11:04
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La notte tra l’8 e l’9 Agosto 2013 ricorreva l’Eid al-Fitr, la festa che segna la fine del Ramadan, che quest’anno si è celebrata il 28 luglio. Quella notte di un anno fa ha segnato l’inizio delle proteste che hanno portato alla chiusura del CIE di Gradisca d’Isonzo, dopo sette anni di ingiuste e violente detenzioni.
Non è un caso che anche quest’anno, alla fine del Ramadan, in quasi tutti i cinque CIE italiani ancora aperti ci siano state rivolte, tentativi di fughe di massa, autolesionismi. Da Ponte Galeria arrivano nuovamente le immagini delle bocche cucite di coloro che non vedono altro modo per testimoniare il proprio dolore; da Caltanissetta i giornalisti riportano con stupefacente noncuranza l'uso dei lacrimogeni da parte della polizia per riportare “ordine”; da Torino a Trapani chi protesta viene isolato o espulso, ecco la cronaca dell'ordinaria follia dei CIE italiani di questa estate.
Visita al Cie di Gradisca del 25 luglio 2014
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- Published on Monday, 28 July 2014 16:31
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A Gradisca d'Isonzo, all'uscita dal secondo ingresso organizzato dalla campagna LasciateCIEntrare a CIE chiuso, la delegazione formata da quattro consiglieri regionali, i rappresentanti di quattro comuni (Gradisca, Romans d'Isonzo, Farra e Staranzano), ASGI e Tenda per la Pace e i Diritti, non ha dubbi:
all'ex caserma Apollonio è in ricostruzione il CIE ed è questo che si vuole riaprire. Non si ristruttura un CIE per allargare un CARA. Tra silenzi e informazioni confusive a parlare chiaramente sono i fatti.