Ingresso al CIE del 15 ottobre 2012
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- Published on Tuesday, 16 October 2012 00:00
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Il 15 ottobre 2012 una delegazione composta da amministratori locali, deputati, giornalisti e dai referenti della campagna LasciateCIEntrare e dell'associazione Tenda per la Pace e i Diritti ha effettuato un ingresso collettivo al CIE di Gradisca d'Isonzo (Go), ormai generalmente riconosciuto come “uno dei peggiori CIE d'Italia”. Quello che abbiamo visto purtroppo non è nuovo né meno grave di quanto non ci aspettassimo: al momento vi sono 66 detenuti all'interno del centro (inutile, come ha ricordato l'Onorevole Sarubbi, presente alla visita, chiamarli “ospiti”), la maggior parte dei quali, ci è stato confermato dal medico del consorzio Connecting People che ha in gestione la struttura, fa uso quotidianamente di psicofarmaci. Quello più utilizzato è il Rivotril, farmaco a basso costo dalle proprietà ansiolitiche e sedative, che secondo lo stesso medico verrebbe richiesto proprio dai detenuti per “far passare i giorni più velocemente”: con il risultato, denunciano questi, che in molti sviluppano dipendenza e vivono una condizione di costante assenza e spaesamento. L'abuso della somministrazione di psicofarmaci è già stato precedentemente denunciato da Tenda per la Pace e i Diritti, ricordiamo la storia di Radouane, il detenuto che quest'estate si è fratturato entrambi i talloni durante un tentativo di fuga saltando da un'altezza considerevole: egli stesso aveva riconosciuto che, se non fosse stato sotto l'effetto di farmaci, non avrebbe mai saltato.
Cie: diritti umani negati, fallita la “politica della sicurezza”
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- Published on Thursday, 17 May 2012 16:12
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Concluso a Gradisca d’Isonzo il seminario di approfondimento sul tema.
Luoghi che cambiano totalmente la vita delle persone, il modo di pensare, il modo di camminare. I Cie sono questo. Ma non solo: nei Cie si sta peggio che nelle carceri. A dirlo la Commissione dei diritti umani per il Senato dopo la visita alla struttura di Torino nell’aprile scorso. Eppure il dato non sembra aver avuto molta risonanza. Né è servito ad avviare un dibattito politico di un certo peso, capace di mettere in discussione un sistema, quello delle politiche migratorie, che va avanti a colpi di circolari ed ordinanze per la modifica di grovigli legislativi spesso contraddittori.
Questi e molti altri i contenuti emersi nella giornata di sabato 6 maggio a Gradisca d’Isonzo, all’interno del seminario “Cie e Cara: come comunicare nonostante i muri”, giornata di approfondimento dedicata a giornalisti, avvocati ed associazioni organizzata dal comitato LasciateCIEntrare, dall’associazione Tenda per la Pace e i Diritti e dal progetto Melting Pot, in collaborazione con l’Assostampa FVG. L’obiettivo, informare e sensibilizzare gli addetti ai lavori su un tema che, vista la complessità, proprio per questo viene facilmente manipolato. “È nei tempi di crisi che bisogna accentuare la vigilanza sui diritti”, il commento introduttivo di Giovanni Battista Martellozzo, Segretario Assostampa Fvg, a inizio lavori.
Il CARA di Mineo vergogna italiana
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- Published on Thursday, 15 December 2011 14:37
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Il villaggio degli aranci di Mineo (Ct), il mega-centro di semidetenzione per richiedenti asilo e migranti, a quasi un anno dalla sua istituzione, testimonia il completo fallimento del modello di “solidarietà” securitaria del governo Berlusconi-Maroni. È il “non luogo” dove si consuma la spersonalizzazione, dove l’ospite-recluso si “sente atopos, fuori posto, né cittadino né straniero, collocato in un luogo bastardo al confine tra l’essere e il non-essere sociale”. Il CARA di Mineo, isolato ed isolante, è “l’antitesi dell’integrazione e mina la sicurezza del territorio animando scontri e tensioni fra comunità”. A sancire l’ennesima bocciatura del centro di “accoglienza” in cui sono stati deportati manu militari quasi duemila cittadini stranieri presenti in Italia da tempi remotissimi, è il rapporto del Comitato territoriale dell’ARCI di Catania consegnato ad una delegazione di europarlamentari in visita ai lager per migranti della Sicilia.
“Gli ospiti presenti all’interno del centro di Mineo non hanno alcun rapporto con il territorio sia per la conformazione del luogo, ma soprattutto perché non sono stati predisposti gli strumenti necessari a favorire l’integrazione”, denuncia l’avvocato Francesco Auricchiella, responsabile immigrazione dell’ARCI di Catania. “Essi continuano a vivere ai margini, in uno stato di assoluto isolamento culturale e sociale in aperto dispregio di quanto previsto dall’art. 3 della Convenzione Europea a salvaguardia dei diritti dell’Uomo”.
LasciateCIEntrare, giornata contro il divieto di ingresso nei CIE
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- Published on Monday, 25 July 2011 16:34
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