In ricordo di Angelo Lallo
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- Published on Saturday, 22 February 2014 15:02
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Tenda per la Pace e i Diritti si unisce al cordoglio per l'improvvisa scomparsa dello storico e scrittore Angelo Lallo, che abbiamo conosciuto e apprezzato. Angelo ci ha aiutato nel percorso di conoscenza della Bosnia Erzegovina, ma senza porsi come un "grande maestro", anzi di lui ci rimane, oltre i frutti dei suoi studi e ricerche che ha voluto condividere con noi, anche il ricordo delle sua semplicità e grande umanità.
Riportiamo qui le parole di Luca Leone grazie al quale lo abbiamo conosciuto.
"Ai famigliari di Angelo e in particolare alla moglie Lucia e ai figli Alex e Ivan, va tutto l'affetto e il sostegno. Sarà ora loro compito, e compito degli amici più fidati, custodire gli studi di Angelo e fare in modo che la fretta con cui la vita sembra volersi far vivere nell'epoca presente non cancelli il lavoro immenso di ricerca svolto da Angelo Lallo in un'esistenza dedicata all'analisi profonda dei più complessi fatti storici e dei più oscuri comportamenti umani.
Il percorso di Angelo è stato da sempre improntato all'umiltà e alla devozione alla razionalità e all'analisi delle vicende umane. Angelo non ha avuto una vita facile. S'è laureato, come si suol dire, tardi, perché ha dovuto spendere la sua gioventù in fabbrica, in Germania, da italiano migrante e soggetto al razzismo e agli sberleffi che la società teutonica mai ha risparmiato ai migranti italiani, greci, turchi, balcanici. La sua testardaggine e la profonda umiltà gli hanno permesso, oltre al duro lavoro, di giungere, una volta rientrato in Italia, prima alla laurea, poi all'insegnamento. Contemporaneamente c'è l'avvicinamento al mondo dei manicomi per scrivere la sua tesi di laurea, quindi all'universo di Basaglia e dei basagliani, infine gli esordi come scrittore e l'innamoramento per i Balcani, in particolare per la Bosnia, che sempre è rimasta nel cuore di Angelo.
Angelo ci mancherà ma la sua opera, il suo studio, il suo lavoro, resteranno a indicare, a chi lo vorrà, la via."
Luca Leone
La storia del mostro di Gradisca e di chi lo ha combattuto
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- Published on Monday, 18 November 2013 16:26
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Il CIE di Gradisca è chiuso. Ed ora i movimenti e le istituzioni locali chiedono che non riapra mai più.
Nel territorio isontino sembra quasi che il nastro della storia si sia riavvolto riportandoci alla cronaca che, prima del 2006, quando fu aperto l’allora Cpt di Gradisca, era densa di battaglie perché quella struttura non entrasse in funzione.
Di diverso oggi ci sono però sette anni di esperienza diretta di detenzione amministrativa ed una serie di rivolte ed incendi che lo hanno reso inagibile.
Se allora i movimenti osteggiavano il CIE guardando a quanto già si sapeva della realtà degli altri centri esistenti in altre regioni, oggi invece non si possono cancellare le contraddizioni ed i drammi che hanno investito il territorio isontino.
La costruzione del CIE iniziò di nascosto nel 2003. Poi l’allora ministro Pisanu ne garantì l’interruzione per dar vita ad confronto con gli enti locali coinvolti. In realtà i lavori non si fermarono mai. A svelarlo fu un’azione di disobbedienza civile che ne rallentò il corso. Per tentare di frenare il crescente movimento di opposizione si crearono accuse grottesche, come quella di “divulgazione di segreto di Stato” mossa contro numerosi attivisti dopo la diffusione delle planimetrie del Cpt. Il processo, che coinvolse anche il Sindaco di Gradisca, si risolse con il proscioglimento degli imputati.
Di secretato infatti non c’era nulla, piuttosto c’era la volontà di tenere all’oscuro, di dividere, di tagliare il territorio in due: fuori e dentro il muro.
CIE di Gradisca chiuso subito!
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- Published on Sunday, 03 November 2013 18:18
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Con la notte passata (tra il 2 e il 3 novembre) sono 3 di seguito le notti di fuoco, interventi dei vigili del fuoco, feriti, ambulanze, scontri e arresti.
Le stanze sono tutte inagibili, pensate a delle stanze in cui per 3 notti si agisce con gli idranti...solo questo basterebbe a non poterci stare dentro, ma il CIE è nel caos completo, non si sa dove mettere le persone, i reclusi, circa 60 persone, sono ammassati in due stanze e nei corridoi interni. Anche se la Prefettura non dichiara ufficialmente l'inagibilità del CIE, l'ingestibilità è palese.
Colpirne uno per educarne cento
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- Published on Friday, 04 October 2013 21:00
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Un giovane che era trattenuto al CIE di Gradisca d'Isonzo si trova ora recluso nel carcere di Gorizia; su di lui le imputazioni di danneggiamento, oltraggio a pubblico ufficiale e minacce.
I fatti che gli vengono contestati si riferiscono al 21 settembre giorno in cui i reclusi del CIE hanno, per la quinta volta dall’inizio delle proteste di agosto, rotto la rete che chiude le gabbie dall’alto, per raggiungere il tetto.
Il danneggiamento che lo ha portato in carcere è proprio quello della rete, che ricordiamo è stata montata non più di 10 mesi fa, la stessa rete che ha colpito e impressionato chi ha visitato il CIE nell’ultimo periodo dai consiglieri regionali, ai parlamentari, fino al senatore Manconi.